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Isola del Giglio - 16 Giugno 2005

RACCONTO DEDICATO ALL'ISOLA

Riceviamo da Marina Rossi, una turista di Reggio Emilia lettrice di GiglioNews, questo racconto che di seguito vi proponiamo.
Come essa stessa afferma: "...è  un racconto autobiografico, risale a due anni fa quando ho scoperto l'isola e grazie a quella vacanza ho ritrovato la gioia in un momento molto difficile. Per questo sono grata all'isola e a tutti i suoi abitanti...".
Siamo contenti che Marina abbia scelto GiglioNews per far arrivare al Giglio ed ai gigliesi una parte di quelle emozioni che la nostra isola ha scaturito in lei.
Vorremmo che il suo esempio sia seguito da tutti coloro che hanno avuto l'idea di mettere per iscritto le emozioni vissute sul nostro scoglio per dar vita, magari, ad una nuova rubrica

Puoi scaricare il racconto cliccando qui! .

 

Dedicato all’ISOLA DEL GIGLIO

RACCONTO
L’isola
Primo giorno sull’isola.
Con il ricordo di tanti viaggi e dell’ultimo doloroso con lui, su un’altra isola,
affascinante ma inospitale, scopro che questa invece mi è amica.
L’adoro dal primo sguardo che poso sulle casette colorate del porto.
L’adoro mentre risalgo per l’unica strada che l’attraversa, in mezzo alla
macchia mediterranea. E poi tuffandomi nell’acqua azzurra e fredda e
gustando il primo sole.
Mi è amica, mi accoglie, mi coccola, curerà le mie ferite.
Sento che mi rende leggera, spensierata, felice, in una parola: libera…
L’esploro a poco a poco, prima gli scogli intorno alla torretta, leggo che viene
affittata ai turisti, mi suscita l’immagine di tempi antichi, quando dal mare
poteva arrivare il pericolo in qualunque momento.
Cammino a piedi nudi sulla scogliera, i sassi sono lisci e caldi, addosso ho
solo un bikini e un paio di occhiali scuri che levo per scendere nell’acqua blu e
fredda, che mi rinfresca dalla calura del pomeriggio.
Il terzo giorno scopro il sentiero, appena accennato, che parte dalla distesa di
ombrelloni preferita dalla maggioranza dei turisti, e risalendo ripido tra i
cespugli, dove si aprono all’improvviso scorci di azzurro, in mezzo alla
polvere, ai profumi, nel caldo temperato dall’ombra… ridiscende verso una
piccola spiaggia.
Qui la chiamano “il pertuso”, un tronco bianco l’attraversa, è un invito ad
appoggiarmi, a lasciarmi baciare dal sole, a seno nudo, libera…
Dopo poco mi tuffo. La pelle bruciata non sente più il freddo dell’acqua e
dopo il sole è un fresco abbraccio che avvolge e sostiene, nutre e protegge,
penetra e accarezza…
Le cicale insistenti e instancabili, mi circondano. Il mare è piatto nella calma
del primo pomeriggio, la montagna e il sentiero mi aspettano, voglio
esplorare da sola, scattare foto del blu e assaporare ogni attimo questa
sensazione di libertà.
Alla sera prendo l’auto, voglio tornare al porto a cena. La strada sale e lo
spettacolo è da mozzare il fiato, il tramonto, la scogliera che s’allontana, i
cespugli caldi e profumati, il bagliore del sole sul mare sempre più luminoso,
sempre più lontano e poi la cima, un altro mare, il castello lassù che domina
l’isola, come al tempo dei saraceni, dei pirati, degli assalti dal mare, dei
saccheggi… e adesso invece solo pace, silenzio, luce, colore, profumi, cielo,
mare.
Ed ecco dall’altra parte… il porto, i colori delle case, barche, negozi, gente,
vita!!!
Dopo cena torno verso casa, e mi avvio verso la spiaggia.
L’aria della notte viene dal mare e porta essenze sconosciute, richiama
sensazioni, desideri e nostalgia di ciò che poteva essere e non è più, oppure
di ciò che potrebbe essere e ancora non è; la ricerca è vana e inutile, non è il
luogo né il momento, la magia accadrà quando meno la cercherò, adesso c’è
la sensazione del mio corpo, della mia sensualità, del mio potere e della mia
libertà…
Passo così alcuni giorni di comunione con gli elementi naturali, respirando la
magia di quest’isola dove tutto è purezza. Ecco cosa mi ha colpito di questo
lembo minuscolo di terra, cosa c’è qui che altrove manca: la purezza. La
purezza dell’aria, la purezza dell’acqua, la purezza dei profumi, della terra,
delle pietre, e l’essenzialità di ogni elemento.
La purezza, questo amo nella vita: distinguere tra le cose, viverle una alla
volta, senza mischiarle, una cosa alla volta.
Se è sole è sole, se è acqua è acqua, se è spiaggia è solo sabbia, pietre,
secco, silenzio, caldo, tempo che scorre lento.
Se è sesso è solo passione pura, attrazione pura, assoluta, totale, senza freni,
senza ragionamenti, senza limiti, senza dubbi, senza condizioni.
Poi, una sera, all’improvviso arriva la scoperta: lui non c’è, c’è sempre meno,
il primo giorno era con me, era con me la sua mancanza. Poi a poco a poco ci
sono stati altri ricordi, altri luoghi, altre esperienze di cui lui non fa parte e ci
sono solo io, una vacanza nuova, una settimana che segna l’inizio di un
nuovo tempo, con altre abitudini, altri piaceri, altri riti e una nuova libertà.
E’ una strana settimana, tutti i miei sensi si sono acuiti, tutti e cinque o forse
più.
I colori, il sole, la luce, il mare, il verde, la sabbia, il cielo.
Il canto delle cicale, il rumore delle onde, il grido dei gabbiani.
L’odore dei cespugli e della salsedine.
Il gusto del sale, del pesce, del vino.
E la sensazione sulla pelle di tutto ciò, il vento, il calore, l’acqua fredda, e il
desiderio…
La sera in camera osservo le pietre che ho raccolto, l’incenso brucia lento e il
dolore ritorna.
Cose da dire non dette, cose da raccontare che non posso più raccontare, le
rondini, il cielo velato e di nuovo la mancanza, il vuoto che niente può
riempire, la libertà che perde importanza di fronte alla mancanza di intimità,
di carezze, di parole, di sesso, di presenza.
Ma la vacanza continua e ogni giorno è nuovo.
Da sotto l’ombrellone, fingendo di leggere, osservo… un uomo mi colpisce, gli
occhi, lo sguardo e un corpo scolpito… torna il desiderio puro, di due braccia,
della sua forza, dell’odore, degli umori del suo corpo, di essere presa,
posseduta, schiacciata, dominata…
Oggi non è più calma piatta, ci sono onde, c’è movimento, limpidezza, vento,
cielo terso, colori chiari e scuri. Solo la mente è annebbiata, offuscata dai
sogni, dai desideri di questi giorni, dal futuro nebuloso e indefinito, dalla noia,
dalla nostalgia di altri momenti…
Stanca di vagare con la mente, mi alzo e mi inerpico sulla montagna.
Vento, roccia a picco sul mare, un sentiero tra i cespugli, la sensazione di
pericolo, il sole con il suo riflesso d’oro, i gabbiani che giocano con le
correnti…
Alla sera finalmente amicizie nuove, musica, balli, risate e seduzione…
Manca pochissimo al ritorno e io mi sento parte dell’isola… mi appresto a
trascorrere l’ultimo giorno con le abitudini che domani non saranno più tali,
con la voglia di imprimere negli occhi le immagini del mare, dei gabbiani,del
cielo, del castello, del riverbero dei vetri nel sole, della torre con gli scogli
attorno, del piccolo borgo con i ristoranti, i negozi, i pub e dei pullman blu
che risalgono la montagna…
A casa, con nostalgia, guardo le pietre che ho raccolto, i legnetti, una piuma,
una cartolina, un biglietto, un bracciale e un numero di telefono… ci sarà
presto un altro viaggio?
Marina
Giugno 2003


Autori e responsabili della redazione giglionews: Baffigi Marco, Fanciulli Giorgio, inviato sul campo Giuseppe Monti, isola del giglio