Pubblichiamo la lettera aperta che segue, inviataci dal nostro lettore Mario Brandaglia , per far luce e cercare di mettere la parola fine alla vicenda scoppiata nei giorni scorsi a Giglio Campese che non ha mancato di creare polemica:
“Caro Attilio
Ti scrivo per porti un quesito in relazione all' annoso problema dei cancelli, delle aperture d'accesso e d'uscita dell'area intorno all'ex scuola elementare, ed ex ufficio postale di Giglio Campese, adibita a parcheggio per gli operatori turistici locali.
Poiché sospetto che tu non conosca la vera storia, vorrei cogliere quest'occasione per metterti al corrente di come si sono svolti i fatti negli ultimi 15 anni.
Nel periodo in cui la scuola elementare fu dimessa, parte dei locali furono adibiti ad uffici postali, e qualcuno, forse il Comune, per meglio agevolare l'uscita dei pacchi postali ed il loro carico sull'autobus, fece aprire un valico con tanto di cancello in ferro e serratura, nella parte posteriore del muro di cinta. Analogamente nella parte opposta, quella rivolta verso la spiaggia, fu sistemato un altro splendido cancello in ferro a due ante, verniciato di bianco e di fattura analoga al precedente, ma di dimensioni notevolmente più grandi. Dopo qualche giorno molti turisti presero a servirsi di quel passaggio per riversarsi direttamente dall'autobus sull'arenile.
Una certa attività turistica prospiciente il fittizio passaggio, aprì un nuovo ingresso proprio perpendicolarmente al valico, per meglio ricevere l'afflusso dei turisti, ma dato che il percorso era del tutto artificiale, l'Amministrazione Comunale, dopo un certo periodo, fece chiudere i cancelli per permettere il regolare passaggio dei turisti attraverso la Via Provinciale, che in effetti era e rimane la via naturale per chi giunge o parte dalla piazzetta dove gli autobus fanno capolinea.
Dopo alcuni giorni, qualche persona interessata, anzi molto interessata, fece sparire in una notte, tutti quei costosi cancelli, che non furono più trovati e che le successive Amministrazioni Comunali, mai cercarono di recuperare e mai furono capaci di ripristinare.
Il giorno 23 maggio 2005, al mio rientro al Giglio, ho notato con molta sorpresa che la breccia in oggetto era stata finalmente chiusa con un muretto in calce, ed ho fatto questo tipo di considerazioni: “Ci voleva la saggia Amministrazione di Attilio per rimettere le cose al posto,… finalmente un intervento intelligente che lascia bene sperare”, insomma, ho avuto l'impressione che si stava attuando un'inversione di tendenza rispetto all'immobilismo ed all'indifferenza dei sindaci che ti hanno preceduto in questo gravoso e difficile impegno di amministrare l'isola.
A distanza di un giorno e cioè il 24 maggio ho notato che alcuni operai erano intenti a demolire il muretto per riaprire il valico, successivamente “protetto” da un finto cancello in legno formato da quattro tavole inchiodate e sprovvisto persino di un semplice chiavistello. Allora mi sono ricreduto, rendendomi contestualmente conto che le mie riflessioni positive sul tuo comportamento e sulla tua condotta altro non erano che sciocche illusioni, create e proiettate dalla mia mente in una parentesi di euforia durata soltanto poche ore.
Successivamente ho cercato di reperire notizie su quell' infausto evento ed ho potuto apprendere che i motivi della tua retromarcia, andavano ricercati in alcune lettere di protesta, una di queste forse, scritta con probabilità, da una di quelle persone “interessate o meglio troppo interessate”, all'apertura del valico, le cui lamentele probabilmente avevano trovato pronta accoglienza e sostegno da parte di qualche consigliere influente e tanto potente da spingerti a lasciare tutto com'era ed a volgere lo guardo da un'altra parte, con il risultato di aver favorito, forse inconsapevolmente, una privata attività a discapito delle altre esistenti lungo la Provinciale che dalla piazzetta conduce sull'arenile.
Sull'argomento potrei fare molte altre considerazioni di carattere politico o logistico-topografico , ma non voglio approfittare troppo del limitato tempo di cui dispongo per questo genere di cose.
Forse potrei spingermi a darti un consiglio, e credo di potermi prendere licenza di farlo, dato che abbiamo frequentato la stessa scuola elementare, vissuto molti eventi isolani che in qualche modo ci accomunano ed anche perché abbiamo a cuore le sorti dell'isola; ti pregherei di non darmi la solita banale e scontata risposta di circostanza, credo che non sia il caso in quanto la interpreterei come una offesa. Siamo ormai anziani per certi giochetti da novellini amministratori e da apprendisti politicanti.
Buon lavoro e cordiali saluti
Mario Brandaglia ”
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